Telecamere di videosorveglianza per negozi e aziende

Al fine di proteggere la privacy di chi accede nei negozi aperti al pubblico è necessario rispettare le seguenti regole: 

- Informare clienti e dipendenti che stanno per accedere ad un’area videosorvegliata (ex art. 13 del GDPR) tramite l’affissione di Cartelli di Avviso Area Videosorvegliata all’ingresso del negozio, in formato ben visibile.

- Riportare nei cartelli di videosorveglianza le informazioni di "primo livello": nome del titolare del trattamento, finalità della videosorveglianza, informativa dell’esistenza dei diritti dell’interessato, informazioni sul trattamento delle immagini (se vengono ad esempio trasmesse a terzi come Forze dell’Ordine, società di sicurezza, Guardie Giurate etc e/o registrate).

- Riportare nei cartelli un chiaro riferimento al “secondo livello” di informazioni (più dettagliate) e soprattutto come e dove trovarle.

- I cartelli di videosorveglianza devono rispettare le linee guida 3/2019 sul trattamento di dati attraverso apparecchiature video adottate dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) e le indicazioni del Garante della Privacy. 

- Le immagini registrate non possono essere conservate più a lungo di quanto necessario per le finalità per le quali sono acquisite (art. 5, paragrafo 1, lett. c) ed e), del GDPR). In base al principio di responsabilizzazione (art. 5, paragrafo 2, del GDPR), spetta al titolare del trattamento individuare i tempi di conservazione delle immagini, tenuto conto del contesto e delle finalità del trattamento, del rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche. A meno che specifiche norme di legge non prevedano espressamente determinati tempi di conservazione dei dati.

- In via generale, gli scopi legittimi della videosorveglianza sono la sicurezza e la protezione del patrimonio. Solitamente è possibile individuare eventuali danni entro uno o due giorni. Tenendo conto dei principi di minimizzazione dei dati e limitazione della conservazione, i dati personali dovrebbero essere – nella maggior parte dei casi (ad esempio se la videosorveglianza serve a rilevare atti vandalici) – cancellati dopo pochi giorni, preferibilmente tramite meccanismi automatici.

- In caso di installazione di videocamere sul luogo di lavoro ed in presenza di dipendenti, vige l’obbligo per il datore di lavoro di richiedere l’autorizzazione preventiva all’Ispettorato del Lavoro.

- Divieto di installare telecamere in camerini e bagni.

La videosorveglianza in ambienti lavorativi è ammessa solo per:

- finalità organizzative e produttive;

- tutela della sicurezza del lavoro;

- tutela del patrimonio aziendale.

Il datore di lavoro per poter installare telecamere di videosorveglianza deve richiedere autorizzazione all’Ispettorato del Lavoro o alle rappresentanze sindacali. Senza questa autorizzazione viene meno anche un’eventuale liberatoria firmata dai dipendenti. Il datore di lavoro è tenuto a comunicare ai lavoratori la presenza di telecamere tramite cartelli informativi; deve nominare un incaricato della gestione dei dati; deve cancellare le immagini, se registrate, dopo 24 ore.

Le telecamere di videosorveglianza sono uno strumento fondamentale per la tutela e sicurezza di un negozio o azienda, fungendo da potente elemento deterrente. Ciò che spaventa di più un ladro infatti, è essere ripreso ed identificato!

Inoltre molti sistemi di allarme sono collegati con gli Istituti di Vigilanza Privata o Forze dell’Ordine e questo, ancora di più, convince il ladro o malintenzionato a desistere dalla propria azione criminosa.